RECENSIONE: “Leonardo da Vinci – Il Rinascimento dei morti”

Opera: Leonardo da Vinci – Il Rinascimento dei morti

Autori: Giorgio Albertini, Giovanni Gualdoni e Giuseppe Staffa

Genere: storico, fantasy, horror

Casa editrice: Newton Compton Editori

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TRAMA:

Siamo alla fine del ‘400. In Europa c’è una strana epidemia: chi viene infetto, dopo uno stato di morte apparente, si risveglia affamato di carne specialmente di quella umana. Anche Milano pare non essere risparmiata e Ludovico il Moro chiede aiuto al grande Leonardo da Vinci, il quale insieme a un gruppo di amici parte alla volta di Roma per poter parlare con papa Alessandro VI Borgia.

RECENSIONE:

Pensato per essere il primo volume di una trilogia che fino ad oggi non è stata sviluppata, è scritto da ben tre autori: Giorgio Albertini, il quale collabora con la rivista “Focus” redando articoli di storia antica e militare; Giovanni Gualdoni, che è stato curatore e sceneggiatore di Dylan Dog e Giuseppe Staffa, consulente storico archeologico esperto in Medioevo.

La pubblicazione di questo romanzo ha voluto essere un omaggio al regista George A. Romero, il regista e maestro del genere horror che nel 1968, con il film La notte dei morti viventi, ha dato origine agli zombiemovies ossia quelle pellicole con antagonisti i morti viventi.

I tre autori hanno saputo raccontare un’apocalisse zombie ispirandosi alla Peste Nera che nel 1300 fece milioni di morti in Europa; infatti la sua controparte romanzata viene chiamata “Morte Grigia”.

Il romanzo, in alternanza, è scandito in due momenti: uno nel 1492 sulle coste del Nuovo Mondo appena scoperto da Cristoforo Colombo; l’altro nel 1493, anno in cui avviene l’avventura vissuta dai nostri protagonisti. Inoltre, tra un momento e un altro, troviamo delle lettere dove vengono raccontati episodi singoli di attacchi da parte degli zombie tra cui anche un processo in cui una donna afferma di aver visto l’esercito dei non morti avanzare.

Parliamo delle cose positive: il libro presenta una trama molto interessante; molto carina l’idea che vuole che sia stato Cristoforo Colombo a portare il “morbo” in Europa e stilisticamente parlando presenta un ottimo combo di generi: storico, avventura e horror e la riuscita del romanzo sta anche nell’aver saputo mescolare eventi storici realmente accaduti con parti di fantasia. Lo stile narrativo è scorrevole mentre nelle parti con le lettere si utilizzano termini più arcaici, rendendo questi documenti pienamente attinenti all’epoca rinascimentale.

Il personaggio di Leonardo da Vinci è reso in maniera molto interessante: è un uomo curioso, ingegnoso, deciso e sicuro di sé; già dalle prime pagine capiamo che un uomo a cui piace imparare e che è un genio della scienza in quanto verrà chiamato a esaminare il corpo senza vita di un giovane quindi si accingerà a fare l’autopsia, di cui è un grande esperto grazie agli studi di anatomia, ma il ragazzo si rivelerà essere uno zombie.

Ora le note dolenti! Uno dei sottotitoli cita: “una minaccia infernale su Firenze“. La prima volta che lo lessi credevo che tutto il romanzo fosse ambientato nella città del Giglio ma proseguendo il romanzo scopro che Firenze è solo la tappa intermedia del viaggio di Leonardo perché il tutto inizia a Milano dove, con la benedizione dello Sforza, si partirà con direzione Roma per informare papa Borgia sulla situazione ed eventualmente trovare una soluzione.

Firenze invece ci viene mostrata sì come una città appestata, dove viene descritta anche una bella scena d’azione, ed è anche il luogo dove conosciamo Michelangelo Buonarroti (famoso rivale di Leonardo) che ci farà da narratore circa la situazione fiorentina dove l’uomo più potente non è proprio il figlio di Lorenzo il Magnifico, Piero de’ Medici, ma il monaco Savonarola il quale è a capo di una setta di fanatici che a inizio libro tendono a fermare Leonardo, cercando persino di ucciderlo, e che gridano all’apocalisse ormai prossima a causa dei peccati di cui si è macchiata la Chiesa.

Peccato che poi i fanatici e Savonarola, da metà libro in poi, verranno a malapena nominati. Le scene veramente splatter arriveranno a metà narrazione quando Leonardo e il suo gruppo verranno catturati da un gruppo di cannibali mentre verso il finale, quando finalmente giungono a Roma, ho avuto l’impressione di leggere un altro libro.

Purtroppo mi sento di bocciare il finale: dato che è stato pensato come primo volume di una trilogia che ancora non si presta proseguire troviamo una conclusione aperta dove però non manca il twist finale ma se lo si legge come uno stand alone il lettore si ritroverà spiazzato con tanto di “e quindi?!” una volta chiuso il libro.

In conclusione: bellissima l’idea della “malattia” portata da Colombo, idem per aver fatto spiegare la situazione fiorentina a Michelangelo e quella romana a un simpatico vecchietto che parla in dialetto romano, grazie ai quali il lettore può avere un quadro completo della situazione e della vicenda. Savonarola come antagonista sarebbe stato molto interessante e poteva essere sviluppato di più e meglio; mi è piaciuta l’unione tra realtà e fantasia tuttavia mi sento di dare un consiglio!

Non sapendo se un libro pensato per essere l’inizio di una saga o una trilogia avrà effettivamente successo o meno è meglio evitare la conclusione aperta perché si rischia di lasciare il lettore confuso e senza risposta.

Nelle scene di azione, i nostri eroi scoprono che l’unica soluzione per sconfiggere gli zombie è il classico colpo alla testa ma non viene accennato a nessun’altra soluzione in quanto la quest, ossia la missione, del protagonista è solamente quella di raggiungere il papa ma una volta giunto alla meta, dove incontreremo tra l’altro personaggi come i figli del Borgia, Cesare, Giovanni e Lucrezia, o il fratello di Giovanni Pico della Mirandola, Antonio, il racconto tronca di netto, in attesa di un probabile sequel che non si sa se vedrà la luce, dando così l’impressione al lettore di aver letto una storia senza capo né coda.

VOTO FINALE:

Classificazione: 3 su 5.

AMBRA

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