RECENSIONE: “Tiberio – L’imperatore triste”

Opera: Tiberio – L’imperatore triste

Autore: Claudio Bolle

Genere: Biografia, storico

Casa Editrice: Self-published

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TRAMA

Tiberio, figlio di primo letto di Livia l’imperatrice di Roma, è un uomo calmo, pacato, amante del sapere e innamorato della moglie Vipsania ma quando l’imperatore Augusto decide prima di fargli sposare la figlia Giulia e successivamente di adottarlo per lui iniziano i duri cambiamenti, e quando diventa imperatore la cosa si complica tanto da decidere di auto esiliarsi a Capri.

RECENSIONE

Se c’è un genere che adoro leggere è la biografia, soprattutto se riguarda di personaggi vissuti nelle epoche antiche, soprattutto nell’antica Roma. Confesso che era da tanto che non ne leggevo una così ho deciso di re-iniziare con quella dedicata al secondo imperatore romano Tiberio, vissuto tra il 42 a.C e il 37 d.C, scritta da Claudio Bolle.

Originario del vicentino, è un autore conosciuto principalmente per la saga storico-fantasy L’aquila d’acciaio composta da sei romanzi ambientati durante l’impero di Tiberio e il romanzo che andrò a recensire può essere considerato uno spin-off che si concentra sulla figura dell’imperatore.

Come libro è piuttosto piccolo (solo 72 pagine) e la lettura è piacevole grazie alla resa romanzata. Infatti, come dice l’autore stesso nelle note iniziali, i fatti sono realmente accaduti ma per fare entrare il lettore nel vivo della narrazione sono stati aggiunti dei dialoghi che cercano di avvicinarsi a quello che potrebbero essersi detti i personaggi reali in una determinata situazione.

Di tutto il romanzo, solo l’ultimo capitolo si collega alla saga scritta da Bolle infatti ne vediamo i protagonisti alle prese con il primo incontro con Tiberio e con Druso, suo figlio. Confesso che la parte finale del libro mi ha parecchio incuriosito perché mostra il lato fantasy della storia: quattro personaggi, due appartamenti al XXI secolo e due appartenenti all’epoca della seconda guerra mondiale, si ritrovano catapultati nell’antica Roma dove dovranno non solo cercare un modo di ritornare indietro ma anche di farsi accettare dall’imperatore e dai suoi senatori.

Tornando alla biografia, l’ho trovata molto interessante: ci viene mostrato un uomo dedito alla famiglia, innamoratissimo della moglie tanto che se ne addolora quando è costretto a divorziare da lei per sposare Giulia la figlia di Augusto, sa quale sia il suo ruolo e il suo dovere, tant’è che combatte con coraggio nelle foreste germaniche per la gloria dell’impero.

E come ci insegna la storia dietro un grande uomo ci sta una grande donna e nel caso di Tiberio ne troviamo ben due: la prima è la madre Livia, donna austera, astuta, intelligente e dedita al potere infatti spera da tempo che il figlio salga sul trono dell’impero e riesce a far avverare il suo piano prima facendolo sposare con Giulia poi facendolo adottare dall’imperatore stesso; la seconda è l’adorata moglie Vipsania la quale non è solo una compagna e la madre di Druso ma è anche una donna saggia, intelligente, tant’è che il nostro protagonista la consideri una vera e propria consigliera ed è a testa alta che accetta il volere dei sovrani di farsi da parte conscia del fatto che Tiberio non smetterà mai di amarla.

Lo stile di scrittura è assolutamente approvata: chiara e lineare, l’autore riesce a narrare la storia tenendo conto delle fonti antiche e i dialoghi sono ben strutturati per non parlare della descrizione dei luoghi e dei sentimenti dei personaggi, il lettore infatti non può fare a meno di intenerirsi di fronte i dubbi e le ansie di Tiberio. Molto particolare invece è il modo in cui si fa uso della cronologia. Mi spiego!

Tiberio sappiamo che visse dal 42 a.C al 37 d.C e divenne imperatore nel 14 d.C. Queste sono le date che vengono insegnate a scuola e che la storia ci tramanda ma l’autore, come spiega lui stesso, ha preferito utilizzare come metodo di conteggio degli anni partendo dal 753 a.C. (anno della fondazione di Roma) come anno 1. Quindi, l’anno in cui il nostro protagonista divenne imperatore diventa il 767 (ossia sono passati 767 anni dalla fondazione di Roma).

Questo metodo di conteggio è molto particolare nonché azzeccato per rendere la narrazione vicino alla realtà antica ma mi sento di bocciare perché potrebbe mandare in confusione, infatti confesso che non trovando scritta la solita datazione con cui sono abituata ho fatto parecchia fatica a collocare la storia nello spazio-tempo tranne che per le date famose come il 9 d.C. o lo stesso 14 d.C. (e ve lo dice una laureata in archeologia.. sì, nei manuali di storia romana non troverete mai il 753 come anno 1!).

In conclusione, la biografia è senz’altro consigliata sia come romanzo a se stante, come un preludio per chi volesse accingersi nella lettura della saga L’aquila d’acciaio per la prima volta e sia come spin-off per chi già la conosce.

VOTO FINALE

Classificazione: 4 su 5.

AMBRA

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